Al momento del decesso si apre la successione e da questa data decorre l’anno di tempo che viene concesso agli eredi per presentare la dichiarazione di successione e versare di conseguenza le relative imposte. Tuttavia, il Fisco non esaurisce le sue richieste con la sola dichiarazione di successione, quindi vediamo cosa bisogna ricordarsi di fare.
L’imposta di successione
L’imposta di successione è dovuta allo Stato da parte degli eredi e dei legatari (cioè coloro che ricevono solo un bene o un diritto per testamento o per legge) in base alla propria quota di eredità. Infatti, per calcolare l’imposta occorre quantificare l’eredità totale su cui applicarlache in pratica significa sommare il valore di immobili, diritti reali su beni immobili, titoli, beni mobili, partecipazioni, crediti, rendite, pensioni, denaro, gioielli…cioè tutte le proprietà del defunto. Dal totale lordo si sottraggono le passività del defunto quali i debiti (ad esempio un mutuo in essere) o le spese mediche sostenute per suo conto dagli eredi negli ultimi sei mesi di vita e si ottiene il valore del patrimonio netto su cui applicare le imposte.
Per ogni bene si utilizza un metodo specifico di valutazione, in particolare se non c’è un inventario il valore di denaro gioielli e mobilia viene valutato per il 10% del totale dell’attivo ereditario.
Non tutto finisce nell’attivo ereditario su cui si pagano le imposte, esistono una serie di beni che vengono esclusi per legge, quali il TFR e le indennità per rapporti di agenzia, le indennità che spettano agli eredi per assicurazioni previdenziali stipulate dal defunto (Pip, fondi pensione…), i beni di intesse storico o artistico, i titoli del debito pubblico come BoT, Cct, titoli di Stato, i veicoli iscritti al Pra (pubblico registro automobilistico).
L’imposta sulle successioni è dovuta da ogni singolo erede e dai legatari sulla base della quota di eredità percepita, diminuita dell’eventuale franchigia a cui hanno singolarmente diritto. Le franchigie sono delle soglie di non imposizione: infatti l’imposta di successione si applica esclusivamente sul quantum che ha splafonato la franchigia.
Coniuge, parte dell’unione civile, figli, genitori, nonni, bisnonni, trisavi (genitori dei bisnonni), nipoti (dei nonni), pronipoti (dei bisnonni) e figli di questi ultimi | Aliquota applicata e franchigia |
Fratelli e sorelle | 4% oltre il milione di euro |
Zii, nipoti (figli di fratelli), pronipoti (degli zii) cugini, prozii, nuora, genero, suoceri, cognati e loro figli. Figli, nipoti, pronipoti, nonni, bisnonni e zii del coniuge | 6% oltre i cento mila euro |
Altro soggetto | 6% senza franchigia |
8% senza franchigia |
La norma sulle successioni fortunatamente prevede una grossa agevolazione per le persone disabili. Infatti, quando l’erede o il legatario è una persona disabile in condizione di gravità, (riconosciuto come tale ai sensi dell’articolo 3 comma 3 della Legge 104/92), l’imposta di successione si applica esclusivamente sulla parte del valore dell’eredità che supera l’ammontare di 1.500.000 euro. In pratica, in questi casi vige una franchigia elevata a 1.500.000 euro a prescindere dal grado di parentela che lega erede e defunto. Il grado di parentela risulta però necessario per stabilire la corretta aliquota da applicare alla parte eccedente la franchigia.
Pagare l’imposta di successione
L’imposta di successione non viene pagata direttamente dall’erede attraverso la dichiarazione di successione, come avviene per le altre imposte. Infatti, dopo la presentazione della dichiarazione di successione, lo Stato fa tutti i controlli e i calcoli del caso ed entro tre anni (ma in genere nell’arco di pochi mesi) procede con l’emissione di un avviso di accertamento, all’apparenza molto simile a una cartella esattoriale, ma che non contiene sanzioni e interessi, ma con cui si richiede il versamento dell’imposta dovuta.
Entro 60 giorni dal ricevimento di questo avviso si deve versare il dovuto, per non incorrere nella riscossione coattiva che prevede l’applicazione di sanzioni e interessi. L’imposta di successione deve essere versata tramite il Modello F24 allegato alla comunicazione dell’Agenzia delle Entrate e può essere pagato presso gli agenti della riscossione (Agenzia entrate Riscossione), in banca o in Posta.
Gli immobili in successione
A prescindere dal fatto che l’erede debba o meno versare l’imposta di successione sulla sua quota ereditaria, in presenza di immobili, lo Stato pretende anche il versamento di due imposte variabili: l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale che ammontano rispettivamente al 2% e all’1%, oltre a altri “balzelli” fissi quali l’imposta di bollo, la tassa ipotecaria e i tributi speciali, che complessivamente ammontano a circa 100 euro.
Se l’immobile può essere considerato come prima casa dall’erede, questi può versare le imposte ipotecaria e catastale in misura ridotta e pari a 200 euro ciascuna. Questa norma vale anche se l’immobile viene ereditato da più soggetti contemporaneamente e uno solo di questi possiede i requisiti per le agevolazioni prima casa. Basta questo, infatti, per permettere l’applicazione delle agevolazioni prima casa sul valore complessivo dell’immobile, anche se ereditato da altri.
Calcolare le tasse sugli immobili
L’imposta ipotecaria è pari al 2% del valore catastale, mentre l’imposta catastale è pari all’1% del valore catastale. In ogni caso, è previsto un versamento minimo di 200 euro per ogni imposta.
Per calcolare la base imponibile su cui applicare l’imposta di successione, l’imposta ipotecaria e la catastale, si parte dalla rendita catastale dell’immobile che trovi sulla visura catastale aggiornata.
Per ottenere il valore catastale occorre rivalutare la rendita catastale del 5% (moltiplicando il valore per 1,05) e moltiplicare il risultato per il corretto coefficiente, differente a seconda della categoria di immobile. Nel caso di case di abitazione il gruppo catastale è “A”. I coefficienti sono:
- 110, per la prima casa;
- 120, per i fabbricati appartenenti ai gruppi catastali A e C (escluse le categorie A/10 e C/1).
Una volta in possesso di questi dati, possiamo calcolare il valore catastale, secondo la seguente formula: rendita catastale x 1,05 x coefficiente della categoria catastale.
Pagare le imposte sugli immobili
Le imposte ipotecarie e catastali, la tassa ipotecaria, i bolli e i tributi speciali devono essere calcolati e pagati in “autoliquidazione”, questo significa che è il contribuente stesso che le calcola e le versa senza un intervento diretto dell’amministrazione finanziaria.
Con la presentazione della dichiarazione di successione online è possibile addebitare sul conto corrente intestato al dichiarante il dovuto, questo è possibile solo se il conto è aperto presso un intermediario convenzionato con l’Agenzia delle entrate o presso le Poste. Per questo, quando si compila la dichiarazione di successione online, vanno sempre indicati il codice Iban del conto corrente sul quale addebitare le somme dovute più il codice fiscale dell’intestatario del conto corrente. Se invece ci si è rivolti a un intermediario per la presentazione della dichiarazione di successione si occuperà lui di tutto, il contribuente dovrà “solo” pagare.
La dichiarazione di successione
La dichiarazione di successione, nella maggior parte dei casi è obbligatoria, anche in assenza di imposte da versare e va presentata entro 12 mesi dalla data del decesso. L’obbligo di presentazione ricade su ogni soggetto che eredita, ma uno solo tra questi si occuperà di predisporla, successivamente lo Stato richiederà agli eredi le eventuali imposte sulla base di quanto dichiarato,
La dichiarazionenon è obbligatoria se l’attivo ereditario, calcolato al lordo delle eventuali riduzioni, detrazioni o passività, non supera la soglia dei 100.000 euro sono esonerati dall’obbligo di presentazione il coniuge e i parenti in linea retta del defunto (es. Figli, genitori…), sempre che nell’eredità non siano compresi immobili o diritti reali immobiliari. Quando la dichiarazione di successione non viene presentata, alcuni soggetti coinvolti (banche, assicurazioni…) potrebbero richiedere una certificazione sostitutiva che attesti la linea ereditaria per procedere con l’iter necessario alla chiusura dei rapporti intestati al defunto e alla eventuale liquidazione di quanto in loro possesso. Se sai di non dover presentare la dichiarazione di successione, è bene che ti informi subito su quali documenti devi produrre per evitare di perder ulteriore tempo.
Cose da non dimenticare
I rapporti con il Fisco non si esauriscono con la presentazione della dichiarazione di successione e con il pagamento delle relative imposte. Lo Stato infatti, prevede una serie di adempimenti da parte degli eredi per “completare” tutte le pendenze e gli obblighi che il defunto aveva nei confronti dell’Amministrazione finanziaria.
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